CURRICULUM

mariaani2Dott. Mauro Mario Mariani
Medico chirurgo – Specialista in Angiologia
Professore a C. di Nutrizione Biologica
Università di Bologna – Università della Calabria
Docente A.I.O.T. – Ascoli Piceno

Il Curriculum del Dottor Mauro Mario Mariani è consultabile al sito web:

http://www.mmmariani.com/index2.htm

 

 

 


IPOSSIA E STRESS OSSIDATIVO DAL DANNO AL RIPRISTINO FUNZIONALE

4d20ambu2Una delle grandi intuizioni di H.H. Reckeweg (1905-1985) fu quella di aver identificato nella detossificazione del tessuto connettivo la chiave di volta per il mantenimento od il ripristino dello stato di salute. Già negli ultimi scorci del 1800 si cominciava ad indagare la matrice connettivale intesa non più e solo per la sua funzione di “tessuto di sostegno” ma come vero e proprio Sistema di Regolazione di Base (A. Pischinger e H. Heine), vero e proprio presupposto di un nuovo modo di pensare.
Nel 1865 il fisiologo francese Claude Bernard docente presso l’università della Sorbona annunciò la sua teoria di “ambiente interno”.
“La fissità dell’ambiente interno costituisce la condizione in cui la vita può avvenire in maniera libera ed indipendente. Tutti i meccanismi vitali hanno un unico scopo, quello di mantenere costanti le condizioni nell’ambiente interno. La costanza di un ambiente interno è la condizione per una vita libera ed indipendente. Il terreno è tutto”.
L’intuizione di Bernard si basava sul fatto che le variazioni esterne fossero continuamente compensate ed equilibrate. La nozione di ambiente interno va quindi di pari passo con l’idea di regolazione.
Lo spazio tra l’ambiente interno e quello esterno è dato dalla matrice extracellulare.
La matrice extracellulare rappresenta e “forma” il sistema di base di tutti gli organismi, locus in cui nutrimento, controllo e gestione di tutte le cellule trovano la propria integrazione ed il momento di scambio reciproco di informazioni (molecole-energia).
Nel 1929, Walter Cannon (1871-1945) definì con il termine omeostasi la tendenza dell’organismo a mantenere un disequilibrio permanente in uno “Stato Stazionario”, reso possibile da un flusso di energia in entrata ed in uscita dal sistema.
Recenti evidenze sperimentali indicano che le modificazioni della matrice influenzano la dinamica cellulare: è enorme la quantità di informazioni che possono essere immagazzinate a questo livello e trasmesse alle cellule come istruzioni per il loro fisiologico funzionamento. L’idea di un “sistema” di regolazione, o di base, che ci possa difendere si afferma sempre più nella Medicina Fisiologica di Regolazione (MFR), non solo come presupposto ad un nuovo modo di pensare semplicemente sistematico, ma a tutti i livelli della ricerca. Appare ormai evidente che ogni oggetto d’indagine, dalla singola cellula all’organismo nella sua totalità, non può più essere considerato isolatamente, ma va inserito in un contesto di scambio continuo esteso dalla matrice extracellulare all’ambiente vitale.
Nella Medicina Fisiologica di Regolazione (MFR), dunque, la cellula va vista come elemento funzionalmente collegato alla matrice cellulare. La regolazione di base è, pertanto, l’espressione del corretto svolgersi di questa vitale interazione che, materialmente, avviene tra alveo circolatorio terminale, sostanza fondamentale e cellule. L’affermarsi di questo punto di vista, non solo nella teoria, ma anche nella prassi medica, può aprire nuove vie alla terapia dei disturbi funzionali, delle malattie croniche e degenerative.
Con la Medicina Fisiologica di Regolazione (MFR) si va oltre la visione statica della matrice: essa viene interpretata come la vera unità morfo-funzionale, il continuum “vaso-matrice-recettore di membrana”.
Uno dei cardini della Medicina Fisiologica di Regolazione (MFR) è la visione olistica dell’organismo umano inteso come un sistema complesso in cui altri sotto-sistemi, anch’essi complessi, lavorano collegati tra di loro ad un livello di interdipendenza coordinato.
Il Drenaggio Biologico è un meccanismo reologico di depurazione connettivo-parenchimale, induttore di un riequilibrio ottimale per lo scambio informativo-energetico-metabolico da e verso le cellule.
Risiedono nella matrice i delicati sistemi che regolano la bilancia salute-malattia.
Purtroppo per questo suo ruolo speciale la matrice extracellulare, cioè quello spazio esterno alle cellule immerso nella circolazione emato-linfatica, risulta essere la sede tipica di accumulo dei depositi tossici.
La sua regolazione in gran parte sganciata da fattori genetici è evidentemente necessaria per la continua e variabile esposizione ai fattori ambientali fisico-chimici.
La matrice extracellulare, con il passare del tempo, per l’effetto combinato di fattori esogeni (radiazioni, metalli tossici, diossine, farmaci, virus, batteri) ed endogeni (determinati da incongrui stili di vita), perde progressivamente la sua integrità morfo-funzionale. L’alterazione degli scambi metabolici compromette la comunicazione tra le cellule ed i residui tossici delle attività cellulari si vanno ad accumulare innescando così un pericoloso circolo vizioso che accelera i processi degenerativi.
La matrice extracellulare purtroppo accoglie, così come i nutrienti, anche le sostanze tossiche che lì si accumulano. La matrice extracellulare è composta da una sostanza fondamentale e da fibre. La Funzione principale della Sostanza Fondamentale sono quello di dare resistenza alla pressione (gel idratato). Quella delle Fibre è di dare resistenza alla trazione. La presenza di acqua facilita il passaggio di sostanze di nutrimento e di scarto tra tessuti e sangue o linfa.
Al di là della matrice extracellulare troviamo il Glicocalice.
Infatti il Glicocalice è lo strato più esterno della membrana plasmatica cellulare. E’ costituito da carboidrati legati covalentemente alle proteine o ai lipidi di membrana. Protegge la cellula e fornisce punti di ancoraggio ai recettori per il riconoscimento delle molecole segnale. Quindi è fondamentale per la comunicazione e il riconoscimento cellulare. Inoltre le glicoproteine fanno aderire le cellule fra loro (per la comunicazione reciproca) e fanno aderire la cellula al substrato.
Il Glicocalice ha il ruolo di proteggere la cellula da sollecitazioni meccaniche. Esplica quest’azione nei seguenti modi:
* Filtra le sostanze che devono entrare nelle cellule, impedendo ad agenti nocivi di penetrare nel plasmalemma
* Favorisce l’assorbimento di metaboliti
* Favorisce l’adesione cellulare
* È sede di catalisi enzimatica, grazie alla quale la cellula riconosce sé stessa e l’ambiente circostante, stringendo poi legami con le sue simili ed utilizzando l’ambiente a suo vantaggio.
Come una vera e propria antenna, il glicocalice è in grado di riconoscere e leggere il segnale per poi trasmetterlo lungo il cilindro del citoscheletro: perchè ciò avvenga, l’onda deve rendersi confrontabile dimensionalmente con l’antenna ricevente da cui segue la necessaria riduzione della lunghezza d’onda .
Nell’ipotesi che un tossico si depositi in prossimità del glicocalice, le molecole d’acqua si strutturano modificando la propria costante dielettrica relativa. In questo caso, le onde esterne fisiologiche non si impacchettano e quindi non sono riconoscibili dal glicocalice. Di conseguenza la cellula viene privata di segnali compatibili con il proprio normale funzionamento e ciò induce uno squilibrio oscillatorio che può sfociare in scenari patologici.
Quando un tossico stressore si deposita sul glicocalice le molecole d’acqua cambiano la propria costante dielettrica: le onde elettromagnetiche non si trasformano in fotoni e non sono riconoscibili dal glicocalice, evento patologico per non riconoscimento dei codici.
CELLFOOD® è un integratore alimentare colloidale che contiene 78 oligoelementi in tracce, 34 enzimi, 17 aminoacidi e ossigeno disciolto e nascente, sospeso in soluzione acquosa di solfato di Deuterio. È composto da sostanze naturali, pure ed atossiche che vengono estratte, non chimicamente, ma criogenicamente, (freddo estremo). La tesi proposta dall’autore, frutto di dieci anni di esperienza nell’utilizzo del CELLFOOD® nel suo metodo quattro D, Disintossicare – Depurare – Drenare – Dimagrire, è quella che CELLFOOD® andrebbe ad agire proprio in questo delicato meccanismo di equilibrio che deve gestire questo prezioso comparto della cellula.
Il Solfato di Deuterio è in grado di reagire con l’acqua presente nell’organismo, allentare i legami tra gli atomi di idrogeno e di ossigeno che la compongono fino a renderli disponibili per il metabolismo cellulare. L’idrogeno liberato, sotto forma di ioni positivi, viene immediatamente utilizzato per il processo di riduzione dell’acidosi, quindi di purificazione del sistema. L’ossigeno, sotto forma di ione negativo, va, invece, a legarsi con un radicale libero dell’ossigeno, (di segno positivo perché manca di un elettrone), producendo ossigeno molecolare nascente. Questa duplice azione del CELLFOOD® andrebbe a ristabilire la costante dielettrica delle molecole d’acqua facendo sì che le onde elettromagnetiche si trasformino in fotoni e facendo sì che possano essere riconosciute dal Glicocalice.ome in ogni campo del sapere, risulta forte in medicina la tentazione di riportare ogni evento ad un’unica spiegazione che possa risultare sufficiente e completa, limitata cioè ad una causa principale oltreché tendente ad essere circoscritta, per origine ed estrinsecazione, alla regione della sua manifestazione. E’ certamente anche questa una delle motivazioni fondamentali per cui, riguardo le patologie oro-dentali, si è sempre cercato un approccio diagnostico e terapeutico basato sulle teorie infettive, meramente centrate sull’attività di microrganismi, e su quelle di concezione localistica.
Invece da qualche tempo la stessa Medicina Accademica riconosce sempre più al Cavo Orale un’interesse e un’influenza che va ben oltre i suoi confini anatomo-topografici. Tale consapevolezza si basa su tutta una serie di fattori di immediato risalto quali per esempio il vasto numero di funzioni basilari svolte che vanno dalla prima fase della digestione, al linguaggio, al ruolo immunitario, ai rapporti di stretta contiguità che contrae con le vie vegetative afferenti ed efferenti del sistema nervoso centrale, oltre che con i suoi vasi arteriosi, venosi e linfatici che in parte condivide. La stessa Articolazione Temporo-Mandibolare assume importanza critica nell’orientamento del corpo nello spazio, nell’assetto posturale di questo, con riverberi di importanza basilare incidenti perfino a livello oculistico e, tramite l’assetto occlusale, condizionanti addirittura le capacità cognitive e intellettive con la media-azione trigeminale. Va citato inoltre l’oramai accertato e da tempo indagato ruolo fisiopatogenetico che le strutture linfatico-immunitarie gastriche e intestinali (GALT, MALT) hanno in merito a patologie cariose e parodontali.
E’ proprio in una tale proiezione olistica del paziente, tuttavia tipica del pensiero medico puro fin dai tempi di Ippocrate, che si deve attribuire notevolissima rilevanza all’apparato stomatognatico.
A tal proposito le evidenze scientifiche fornite oggi dalla ricerca, se proprio non vogliamo considerare quelle cliniche quotidiane, circa problematiche quali la Malattia Parodontale (MP), la Sindrome della Bocca che Brucia (BMS), il Pemfigoide Mucoso, la Stomatite Aftosa, la Gengivite Necrotico-Ulcerosa e, addirittura, la stessa patologia Cariosa, dimostrano che i tentativi
meccanicistici e riduzionisti di interpretazione e trattamento delle malattie del cavo orale risultano inevitabilmente perlomeno parziali.
Nel necessario riesame delle fisionomie etiopatogenetiche di tali problematiche, impostato sulla letteratura più recente, vanno assumendo valenza primaria gli assetti e le dinamiche Psico-Neuro-Endocrino-Immunitarie del paziente (null’altro che il più completo e concreto modello reattivo fisiopatologico individuale). Tali dati conducono perciò ad una ridefinizione del fattore etiologico conferendogli connotati maggiormente complessi e screziati. Di
conseguenza emerge sempre più la necessità di delineare un concetto rinnovato e ampliato di indagine, diagnosi e terapia in campo odontoiatrico.
Siamo convinti che in tale prospettiva sia sicuramente conveniente l’apporto delle Medicine Complementari/Non Convenzionali che, proprio per le loro connotazioni ingenite, possono fronteggiare in maniera appropriata questi versanti, messi in luce più di recente, del complesso etiopatogenetico, fra cui è possibile ritrovare, per esempio, l’alterata attività, a causa di stress cronici, di zone cerebrali come l’Ippocampo e la Sostanza Reticolare, o di sistemi multiformi e sofisticati quali quello dell’asse HPA (Ipotalamo-Ipofisi-Surrene) e delle stesse Citochine (che, va ricordato, agiscono a concentrazioni prossime a 10 alla -10, oltre a poter invertire la loro azione per minime modifiche di tale esponente), il tutto peraltro collocato in un contesto di interdipendenza disarmonica di organi e apparati e con espressione sempre individuale.
Tali metodiche mediche infatti, alla luce di nuove acquisizioni, stimolerebbero i processi di autoregolazione propri degli esseri viventi: questi, infatti, in quanto “sistemi complessi” , seguirebbero leggi e comportamenti di tipo non lineare e non causalistico diretto che sfuggono alla comprensione del modello scientifico occidentale/accademico. Esistono tuttavia discipline “emergenti”, “di frontiera” (PNEI appunto, fisica quantistica, etc.) in grado di comprendere e regolare tali dinamiche.
Lo scopo principale della trattazione è quello di far risaltare come un approccio integrato possa essere opportuno in quanto può far compiere dei passi in avanti nella comprensione dell’argomento e, di conseguenza, nell’efficacia dell’atto terapeutico.


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